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il castello degli Obizzi

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avvicinandoci al  castello

 

Ogni volta che andiamo a Padova passando per Battaglia Terme, l’occhio cade su un piacevolissimo castello  che vediamo  svettare in lontananza allungandosi al cielo nella sua infinita e maestosa bellezza…Finalmente è arrivato il giorno di conoscerlo da vicino:

Il 25 aprile è stato come sentirmi principessa per un giorno… Niente  corona, nessun ballo ma un castello  c’era…e che castello…Più precisamente il CASTELLO DEL CATAJO.  Ecco il link al sito.  Ubicato presso Battaglia Terme (PD), a  pochi km da casa mia.  Un monumentale edificio denso di arte e vestito di una storia davvero affascinante e curiosa. La visita è stata  accompagnata e illustrata sapientemente da una bravissima guida di nome Annamaria capace di farci innamorare della dimora con la promessa di tornarci prima o poi.

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Andiamo al significato letterale del termine Catajo : CA= inteso come casa poiché nacque come l’abitazione  composta da poche stanze di Beatrice Obizzi (chiamata appunto oggi CASA DI BEATRICE) , una sorta di Madame de Stael , fu capace di creare proprio al Catajo un suo salotto letterario a cui scrittori tra cui Ariosto presero  parte

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casa di beatrice

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TAJO= come fossato che passa davanti al castello.

il Catajo si differenzia dagli altri castelli poiché non è stato costruito a fini difensivi come gli altri castelli medievali bensì nacque come villa principesca per celebrare i fasti della famiglia degli OBIZZI, costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I degli Obizzi   .

 

Ma chi sono gli Obizzi? Dimentichiamoci i nobili di sangue blu, poichè La famiglia degli Obizzi originaria dalla Borgogna, era nota per la professione di capitani di ventura, celebre per aver accumulato negli anni immense fortune economiche grazie a matrimoni strategici con ricche ereditiere e proprietari com’erano di uno tra gli eserciti più richiesti e famosi dell’Europa del tempo.  Negli anni costruirono dimore signorili a Modena, Ferrara, Padova a altre città ancora.Il castello ampliato dalla stessa famiglia degli Obizzi nel ‘600 e ‘700 fu  in seguito trasformato in reggia di villeggiatura  degli Asburgo.

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Il settecentesco e monumentale portale di ingresso fa accedere al Cortile dei Giganti, utilizzato sovente per rappresentazioni teatrali, tornei  e naumachie; il prato, attraverso una ingegnosa rete idraulica, poteva essere completamente allagato.

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E di fronte all’ingresso trova spazio la fontana dell’elefante fatta erigere da Pio Enea II Degli Obizzi nella seconda metà del secolo XVII per sancire il legame del Catajo con l’oriente, dove si ritrovano reminiscenze mitologiche grazie alla presenza di Bacco e puro esotismo grazie all’elefante; quest’ultimo, una vera rarità per quel secolo.

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foto dal web

La visita prosegue con una scala esterna particolarissima poiché ideata per essere consona agli zoccoli dei cavalli, successivamente ci si imbatte  nella presenza severa di Cerbero il cane a tre teste, guardiano arcigno, che sembra ancora lì  a  controllare l’identità e le intenzioni dei visitatori, fino al piano nobile.

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cerbero foto dal web

Ma il vero spettacolo si ha  una volta entrati  nelle sale interne dove lo stupore invade l’animo : saloni interamente affrescati e in perfetto stato di conservazione (poiché, come ci spiegava Annamaria, essendo il castello costruito sulla roccia non vi era umidità a deteriorare gli affreschi alle pareti)  da Giovanni Battista Zelotti, uno dei più celebrati esponenti della pittura veneta rinascimentale e discepolo di Paolo Veronese. Qui uno tra i più piacevoli cicli di affreschi delle ville venete dove sono rappresentante le gesta , gli omicidi e i matrimoni prestigiosi per celebrare alleanze politiche.

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foto dal web
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foto dal web

Degne di nota le numerose allegorie rappresentate sulle pareti  e quelle che più mi sono rimaste impresse : quella dell’Occasione (dai capelli lunghi solo su una parte della testa mentre sull’altra parte del volto, cortissimi), che, come narra la leggenda , appena ti guarda dal lato dove porta i capelli lunghi , va afferrata al volo perché se si temporeggia essa si gira subitamente mostrando il lato dove  i capelli  cortissimi sono  quindi inafferrabili. E quella dell’Invidia vestita di viola, quella che i molti ospiti a corte invidiavano agli Obizzi poiché ricchi e potenti.

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Testimone dei ricevimenti e svaghi , il terrazzo rappresenta un vero “salone da ballo a cielo aperto”, da cui si gode una vista mozzafiato sui colli Euganei . Agli angoli della terrazza si notano le quattro torrette, non di avvistamento del nemico, bensì usate come ripostiglio per l’oggettistica utilizzata nelle feste.

 

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E come ultima delizia una passeggiata nell’immenso giardino annesso al castello, in origine concepito come giardino all’italiana e in seguito trasformato al’inglese seguendo la moda dell’epoca ,  conserva la freschezza nelle piante di limoni in vaso ostentando con fierezza  due gigantesche magnolie del ‘700 e una imponente sequoia, tra i primi esemplari importati dall’America. Un immensa peschiera rende il castello ancor più bello, peccato per la giornata ventosa e fredda , non esserci soffermati di più ad ammirarlo…

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Come tutti i castelli che si rispettano anche il Catajo ha il suo fantasma:

images (1)Annamaria ci spiegava, si tratta del fantasma della  misteriosa di Lucrezia Dondi dall’Orologio  che sembra aggirarsi tra le stanze del castello del Catajo: Lucrezia , sposa di  Pio Enea II degli obizzi  nel 1629, Fu celebre per essere la protagonista del più famoso fatto di cronaca nera del Seicento padovano. Morì assassinata nella propria camera da letto nel 1654 facendo indignare l’opinione pubblica padovana del tempo. Ad ucciderla si scoprì essere il suo l’amante nonché amico del marito.Se  avete la tentazione di saperne di più, non mi rimane che consigliarvi di visitare il Catajo a novembre, mese dedicato proprio al Fantasma di Lucrezia…

E voi? ce l’avete un castello del cuore?

Daniela

 

26 pensieri riguardo “il castello degli Obizzi

  1. Cara Daniela, questo è certamente un castello bellissimo,
    L’ho visitato molti anni fa ma mi ha fatto piacere rivederlo in questo tuo post, e mi piacerebbe molto tornarci!
    Magari nel periodo del periodo del presunto fantasma! 🙂

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  2. Ciao Daniela, adoro i tuoi post sulle bellezze artistiche e naturali! Della tua regione in passato ho visitato alcune città (Venezia, Verona, Vicenza, Padova) ma mai castelli. Nel confine tra Lombardia ed Emilia ce ne sono tanti molto belli, come quello di Torrechiara e Castell’Arquato, ma ho apprezzato tanto anche quello degli Estensi a Ferrara e quello di Paolo e Francesca a Gradara, ma chissà quante altre meraviglie ci saranno nel nostro paese…
    Buona domenica 🙂

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    1. ciao ariel quello di gradara e quello di ferrara li ho visti e mi sono stra piacuti,mi mancano tutti quelli in lombardia pero:(
      grazie della tue gentilezza trasmessa in ogni commento mi fa tanto piacere davvero…
      daniela

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  3. Che bello seguirti e grazie per dedicare sempre un occhio di riguardo a queste donne non così famose ma pur sempre importanti. Che meraviglie che abbiamo nel nostro paese. Io ho parecchi castelli nel cuore soprattutto quelli di cui mi parlava mia nonna nella sua infanzia vicino a Bologna e poi uno piccolissimo vicino a Lucca cosi piccolo da non avere neanche un suo fantasma! Ma comunque affascinante 😃.

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