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il mio ” sbatudin”

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“Da bambina avevo imparato a fare questa crema corroborante, che mi piaceva tanto. Ora non la preparo più da anni.”  (Sveva Casati Modigliani)

 

Semplicemente una dolcissima spuma di  uova montate con lo zucchero e un sorso di marsala, ecco la ricetta che cura ogni piccolo male:  rinvigorisce nei giochi d’amore, da forza ai bambini e aiuta le donne che hanno da poco partorito. E’  la ricetta dello zabaione.

CREMA

Nel  bagaglio del mio  passato appartiene a quel ricordo di bambina mentre mia madre e mia nonna che ci preparavano (a me e a mia sorella) il famoso “sbatudin” (= da uova sbattute) con uova montate a mano con lo zucchero e un goccio di crema marsala (in alternativa però si usava anche mezza tazzina di caffè), perché, anemiche, nei pomeriggi che mancava la merenda era un ottimo rimedio alla debolezza e alla stanchezza. La scodellina marrone con l’interno bianco dove  mi veniva servito  lo zabaione nel corso degli anni è stata rotta e quindi gettata  ma credo che non la dimenticherò mai!

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Un po’ di storia…. (e leggenda) =

La versione più comune e diffusa prevede che lo zabaione sia stato inventato da un religioso, Fra’ Pasquale de Baylon(1540-1592) dei Francescani, il quale si trovava a Torino per svolgere un apostolato. Il religioso aveva scoperto la ricetta dello zabaione  perfezionandolo, a tal punto che la ripeteva come una formula matematica: 1 + 2 + 2 + 1. Cioè:  1 tuorlo + 2 cucchiaini di zucchero + 2 gusci di marsala + 1 guscio d’acqua calda…   Altra leggenda sullo zabaione: Si narra che il capitano di ventura Emiliano Giovanni Baglioni (e anche in questo caso l’etimologia calzerebbe perfettamente), trovandosi a doversi accampare nei pressi di Reggio Emilia e avendo ben poco con cui sfamare i suoi soldati, dovette arrangiarsi con qualche uovo, dello zucchero e del vino trovati nelle fattorie della zona mischiandoli  tra di loro: nasceva così la crema di  Zvan Bajòun, cioè lo Zabajone.  Altri racconti testimoniano invece che fosse stato introdotto  alla corte dei Dè Medici, oppure  presso i Gonzaga, e perfino  a Venezia.  Non ci resta che credere a quella che più ci piace….

Lo zabaione è ottimo da solo, ma ancora meglio se usato come base da intingerci i biscotti (tipo pavesini o lingue di gatto), come crema da farcire tartellette di frolla o bignè o come accompagnamento a piccoli muffin.

E   a parlare di zabaione a me viene in mente un’altra ricetta tratta da un libro che ho divorato , di Sveva Casati Modigliani (i suoi romanzi rosa non fanno per me ma questo libro che si discosta dal genere l’ho sentito un po’ mio…), quella della Rossumata, nel suo:  IL DIAVOLO E LA ROSSUMATA. Una versione personalizzata dello zabaione al quale viene sostituito il marsala con il barbera.

La  Modigliani  accompagna i tredici episodi di un racconto in cui gli aneddoti e le vicende della famiglia sono sempre legate a un piatto cucinato, a un pasto condiviso o all’evocazione di un sapore.

Il libro include un ricettario con i piatti della cucina lombarda rivisitati dalle consuetudini di famiglia, tutti singolarmente commentati dall’autrice.

Ecco la ricetta della rossumata:

  • Ingredienti:
    (per 1 persona)
    1 uovo
    1 cucchiaio di zucchero
    1/2 bicchiere diBarbera d’Asti Cascina Castlèt
    sale
    Preparazione:
    Separate il tuorlo dall’albume e tenete quest’ultimo da parte in una piccola terrina. In una tazzina piuttosto larga sbattete il tuorlo con lo zucchero, finché otterrete una crema gonfia e morbida. Quindi montate a neve ferma l’albume con un pizzico di sale, incorporatelo con delicatezza al tuorlo e quando il tutto sarà ben amalgamato aggiungete il vino, mescolando piano. Potete accompagnare con pezzetti di pane secco, da intingere nella crema.

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chissà in quante case di bambini come me si sarà preparato lo zabaione e chissà quale nome particolare avrà preso…

Al prossimo post

Daniela

30 pensieri riguardo “il mio ” sbatudin”

  1. Da noi si preparava, con il marsala però… ed ogni tanto ho provato a farlo per i miei due tremendi ma senza alcool.
    Mi ricordo che mio papà me lo faceva quando preparavo gli esami all’università ed era un portento!!!
    Buona giornata,
    Federica

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