Ho deciso di condividere con voi un libro che ho appena finito di leggere. “Un favoloso appartamento a Parigi” della scrittrice statunitense Michelle Gable dalla Newton Compton . L’editore ha curato moltissimo l’involucro dell’opera puntando a un formato piacevole da maneggiare, utilizzando carta spessa e profumata, adatta agli animi romantici come il mio. E la copertina: un delizioso incontro tra il rose e l’azzurrino tra i tetti eleganti di Parigi. Oltre alla copertina ad invogliarmi alla lettura sono stati questi tre aspetti: PARIGI, APPARTAMENTO, BOLDINI… tutti e tre mie passioni!
Ma come spesso accade nella vita, quando le aspettative sono troppo alte, poi si rimane delusi…Confesso che ero indecisa se farlo oppure no, poiché mi trovo in difficoltà a farne una recensione. Mi è piaciuto? ! Combattuta tra un Sì e un no, ecco le mie motivazioni…
TRAMA:
Alla newyorkese April, antiquaria e critico d’arte, viene proposto di andare a Parigi, dove c’è un appartamento abbandonato da oltre settant’anni, pieno di mobili provenienti da tutto il mondo, gioielli preziosi e quadri di inestimabile valore. Su tutti spicca un dipinto, firmato dal pittore italiano Giovanni Boldini: raffigurante una donna bellissima avvolta in un sontuoso abito rosa: Marthe de Florian, la proprietaria dell’appartamento ai tempi della Belle Époque che si rivelerà figlia illegittima di Victor Hugo… Incuriosita, April comincia a studiare le carte, i diari e le lettere di Marthe e, con l’aiuto del collega francese Luc Thebault con cui ovviamente avrà una storia di breve passione, alla fine ottenrrà un’asta dedicata interamente all’appartamento. Nella lettura dei diari, April scoprirà gli amori di una donna determinata a raggiungere il successo, e la sua ambigua carriera dal Le Folies Bergère fino ai lussi dell’appartamento nel cuore di Parigi. Marthe, che, Arrivata a Parigi senza un soldo, sfruttando la sua bellezza e seduzione riuscirà infatti a frequentare uomini illustri (Montesquieu, Fino a Boldini da sempre amato da lei ), diventando madre e poi nonna in un’intreccio di storie molto simili alle attuali soap opera dei nostri giorni…
Il lettore si troverà di fronte a un romanzo che in modo molto dinamico e scritto con dovizia di particolari storici precisi e curati, oscilla costantemente fra il tempo di April dei giorni nostri e quello di Marthe della belle epoque.
I diari di Marthe percorrono tappe importantissime della storia francese di fino 1800 fino alla prima guerra mondiale (si racconta dell’esposizione universale del 1899 a Parigi per esempio)
e citano i locali dell’epoca più in voga per le serate letterarie dove Proust, Picasso, e altri ancora prendevano parte (nominato spesso il Maxim come locale di rendez vous di intellettuali e naturalmente de le folie bergere) .
Tuttavia nessuna delle due donne come personaggi mi ha convinto . Non so voi, ma io quando leggo un romanzo mi viene naturale prendere parte alla storia, immedesimandomi quasi nel protagonista, parteggiando per lui (lei) ,mi ci affeziono quasi sempre… Ebbene Non è capitato con questo :
April , sarà una critica d’arte abilissima e preparatissima eppure come donna a me è sembrata, insignificante, insicura e abbastanza priva di valori. Più nello specifico: è stata tradita dal marito e non riesce a perdonarlo, ma alla fine fa la stessa cosa lei avendo un flirt con un collega parigino senza mai confessarlo al marito!? Per tutto il libro continua ad affermare che è meglio non sapere delle scappatelle del proprio partner se sono state di poco conto…su questo non convengo. La scrittrice inoltre la definisce romantica e timida: ebbene, io non definirei così una donna che s’ingozza di salsicce , formaggi puzzolenti (parole testuali!) , e si ubriaca. E perfino, come posso dire, gradendo il cibo, ecco digerisce con tanto di effetti sonori (definendolo con eleganza).
Veniamo a Marthe: non comprendo l’ammirazione che prova April verso lei. Come si può stimare una demi mondaine che decide di concepire un figlio con il marito della sua sorellastra solo per dispetto attribuendo volutamente la paternità a Boldini, traendolo in inganno . Marthe è un’arrivista che usa mezzucci per i suoi scopi che nient’altro sono che soldi e misera fama in un mondo decadente. E quello che scrive nei suoi diari, mi sento di dire che appartiene ad un contesto troppo grottesco, espressionistico, raffigurando una donna volgare , grossolana, ben lontana dall’affascinante musa da ritrarre che mi aspettavo che fosse! E che dire dei suoi amanti?
Poeti, pittori, artisti da strapazzo, ma che di fatto non ne ha ne hanno nè lo spessore né la carica di trasgressione né il benché minimo accenno di quel languore affascinante e un po’ malato di personaggi giganteschi di quell’epoca. Prendiamo Boldini.
Io l’ho studiato nei testi di arte e nelle mostre a lui dedicate come il pittore e seduttore delle donne, un D’Annunzio del pennello…ebbene qui viene ritratto come un ometto mediocre e tirchio che per trovare l’ispirazione si reca a veder cadaveri… Non sto qui a disquisire sulla veridicità o meno della cosa ma scusate mi è caduto un mito! Forse la Gable voleva dar un tono scanzonato e ironico della bella epoque forse un po’ troppo osannata a cui siamo abituati ma personalmente ritengo abbia calcato un po’ troppo la mano con gli aspetti goliardici peccando di eccessiva irriverenza.
Veniamo a quello che mi è piaciuto:
Bella l’idea della Gable di portar in vita un quadro di Boldini creandoci una storia attorno. (nel libro si parla anche del ritratto di Boldini fatto a Jeanne Sorellastra di Marthe e suo figlio, quadro realmente esistito). La decisione della Gable di scrivere questo libro è nata dopo aver visto una foto dell’appartamento di Marthe .
Capillare e minuziosa la descrizione del mobilio all’interno dell appartamento di Marhe, fa venir voglia di documentarsi su aste e antiquariato!
Come in tutti i romanzi ambientati a Parigi, mi è piaciuto leggere di alcune terrasse, negozi e vie che la rendono unica e inimitabile. Non è uno stereotipo scontato e banale quello di citare una brasserie o un bistrot, poiché Parigi è davvero tutta una cartolina!Ogni angolo ha quel fascino tutto parigino per l’appunto! ♥
Ho apprezzato molto come la Gable ha evidenziato l’attaccamento di April verso ogni singolo oggetto appartenuto alla casa di Marthe. Poiché non è pura e semplice deformazione professionale. Nasconde una motivazione più intima: April da quando aveva 14 anni ha visto vendere uno dopo l’altro i pezzi di casa sua poiché il padre doveva pagare le cure alla madre malata improvvisamente di Alzheimer. Il tema della malattia della mamma è toccato in modo delicato e serve a spiegare l’importanza della casa, degli oggetti più semplici fino a quelli più preziosi (come il cassettone che April cercherà dopo anni di fermare ad un asta poiché simile a quello della sua infanzia) …piccole tracce che riconducono April alla mamma, prima che si dimenticasse di lei, di suo fratello e di tutto a causa di una malattia che oggigiorno è la malattia di tante persone purtroppo non solo anziane.
Alla fine non so se lo consiglierei ad un amica… forse sì , magari anche solo per un confronto tra le mie impressioni e le sue…
Ad ogni modo della Gable, per chi fosse interessata, è uscito un secondo romanzo: RITORNO A PARIGI. Forse dovrei leggerlo e darle un’altra possibilità!
Al prossimo post
Daniela
Sembra un ottimo romanzo e questa è un ottima recensione. Se il primo ti è piaciuto, magari il secondo è più bello del primo
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ciao marcello , buon lunedi…
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Ciao, complimenti per i tuoi articoli e per il tuo blog! Adoro anche il nome in quanto sono appassionata di tè ed infusi. Ti seguirò con interesse! ^_^
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grazie cara sei la benvenuta:-)))
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^_^
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Adoro Parigi e la sua atmosfera, mi segno il libro, in questo momento sono un po presa con la nuova casa ma un po di relax ogni tanto ci vuole! Buona settimana cara 🙂
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ciao elena sì segnatelo che m incuriosisce il tuo parere da esperta:) tranquilla con calma immagino le mille cose che avrai da fare adesso con la nuova casa…
bacio buona week
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Ho visto opere di Boldini esposte a Ferrara e ne sono rimasta incantata tant’è che ho fatto il giro poi sono tornata indietro ad ammirarle!!
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ciao patrizia cara,
sono d accordo con te..come ritrattista in particolare boldini era strepitoso..pure io a ferrara l ho ammirato:)
di dove sei precisamente tu?curiosa io:)
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io abito in provincia di Macerata ma a Gennaio (credo) abbiamo fatto una capatina a Ferrara per lavoro e ne abbiamo approfittato per visitare la città (stupenda!!)
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bella macerata…
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Ciao Daniela, bella recensione, molto dettagliata! A me nel complesso il romanzo è piaciuto, a parte certi passi un po’ prolissi: diciamo che Marthe un po’ me l’aspettavo che fosse con quel carattere, così non ho avuto sorprese! Comunque, nel complesso, ciò che mi è piaciuto in quella storia è stato, come hai scritto anche tu, l’ambiente parigino (antico e moderno) e l’idea dell’autrice di aver voluto costruire un racconto attorno a un quadro. Buon lunedì 🙂
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Beh Daniela mi dispiace se sei rimasta delusa non c’è niente di più brutto ma io anche leggendo la trama e l’ambientazione lo avrei preso. Certo le figure femminili non ne escono bene da quello che ho capito ma purtroppo credo sia perché si confonde la modernità e il fascino con quel “mito” delle ‘cattive ragazze’ che fa cool…peccato!
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hai detto proprio bene nina…. cmq chissà forse leggero il secondo romanzo della gable vediamo se mi saprà sorprendere…
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Poi facci sapere…
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Ci vuole sempre un libro che faccia rilassare e questo mi sembra okay. Baci cara e grazie per i consigli:-)
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Chissà Ritorno a Parigi se merita oppure no! 😉
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vedremo se lo leggero’ non so ancora…
buona serata cara
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Buona serata anche a te!! Ho voglia di una tisana allo zenzero e limone ma l’ho finita 🙂
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buongiorno cara…
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Peccato che i personaggi abbiano così poco spessore… Stonano un po in un contesto così prezioso. Però il libro mi incuriosisce molto comunque…
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ciao cara…leggilo e poi mi dici che ne pensi:-)))
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Questo romanzo mi ispira, soprattutto come lettura non impegnativa, da ombrellone diciamo, che ogni tanto ci vuole!
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ciao cara sì da ombrellone è adatissimo:-)))
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