“Voglio che la gente dica delle mie opere: -sente profondamente, sente con tenerezza.- “
(Vincent Van Gogh)
Una settimana fa ho accettato l invito da un’amica che non vedevo da molto, ad uscire al cinema. Una piacevole serata d’autunno in compagnia tutta al femminile (c’era anche Anna con noi):tre amiche accomunate dalla passione per l’arte. Siamo state a vedere il lungometraggio LOVING VINCENT, Scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman, incentrato sulle opere e la vita di Vincent van Gogh, il pittore più famoso al mondo.
Un’ esperienza bellissima, un film prodotto con i disegni di più di 100 artisti, con la tecnica del Painting Animation Work Station , un thriller, se vogliamo, in stile cinema noir poiché ci si interroga se effettivamente si tratti di suicidio commesso da Vincent o di un possibile omicidio. La narrazione verte sulle ultime settimane di vita del pittore olandese trasferitosi ad Arles (la mia amata Provenza…ah che nostalgia..), nel 1888 attraverso i racconti e le testimonianze dei personaggi che lo hanno conosciuto, persone che Vincent ha dipinto in vita.
Loving Vicent si apre in Francia, nell’estate del 1891. Armand Roulin, un giovane inconcludente e privo di aspirazioni, riceve da suo padre, il postino Joseph Roulin, una lettera da consegnare a mano a Parigi. Il destinatario è Théo van Gogh, fratello del pittore che si è da poco tolto la vita. Armand non è per nulla felice della missione affidatagli: è imbarazzato dall’amicizia che legava suo padre e Vincent, un pittore straniero che si è tagliato l’orecchio ed è stato internato in un manicomio locale. Ma a Parigi non c’è alcuna traccia di Théo.
La ricerca condurrà Armand da Père Tanguy, commerciante di colori, e quindi nel tranquillo villaggio di Auvers-sur-Oise, a un’ora da Parigi, dal medico che si occupò di Vincent nelle sue ultime settimane di vita, il Dottor Paul Gachet. Conosceremo così la locanda dei Ravoux, dove Vincent soggiornò per le ultime dieci settimane e dove il 29 luglio 1890 morì per un proiettile nell’addome. Qui Armand incontrerà anche la figlia del proprietario, Adeline Ravoux, la domestica e la figlia del dottore e -presso il fiume dove Vincent trascorse i suoi giorni- anche il Barcaiolo che lo conobbe.
Un viaggio attraverso strazianti rivelazioni per capire e apprezzare soprattutto l’uomo Vincent, ancora prima dell’artista Van Gogh. Tutti abbiamo riconosciuto le sue opere più celebri come “ La casa gialla”, il “campo di grano con colo di corvi”, il seminatore, gli iris azzurri, la stanza con la sedia , la notte stellata e molto altro ancora. … Molte delle parole di Vincent vengono citate, quelle più intense scritte su carta al fratello Theo: “Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”, Loving Vincent ha scelto di partire dalle parole dell’artista, lasciando che fossero proprio i dipinti a raccontare la storia e l’opera del pittore olandese esposto nei più importanti musei del mondo.
E in questo film anche i titoli di coda meritano attenzione : vengono messi a confronto i ritratti di Van Gogh dei personaggi che animano il racconto e ci si rende conto di quanto sia stato un lavoro capillare e ben curato.
Consigliato a chi ama l’arte, la Provenza e in generale a chi ama emozionarsi.
Voto: 10
Daniela
Foto dal web tratte dal film Loving Vincent
Ciao Daniela, che bella esperienza! Un paio di anni fa visitai una mostra su Van Gogh e mi era piaciuta molto! Interessante e geniale l’idea di farne un film così curato!
Buon we 🙂
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buon we cara ariel so che anche tu apprezzi tanto l arte
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Adoro Vincent!
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lo so…. lo so… cara mirna…
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Ne ho sentito parlare ed ora sono ancora più ispirata. Buon weekend cara Daniela ❤️
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ciao tiziana un buon we a te
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Bellissimo Daniela! Mi era sfuggito. Grazie davvero!
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grz mile di cuore
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Il 15 febbraio 1890 Vincent scrive alla madre: “Ho iniziato subito una tela per il figlio di Theo, da appendere nella loro camera da letto, una tela azzurro cielo, sulla quale si stagliano grandi fiori di mandorlo bianchi”.
I fiori di mandorlo van Gogh li può vedere nei campi, quasi sotto le sue finestre. Sono i primi a sbocciare, a febbraio, quando l’inverno non è ancora finito e gli appaiono come un segno di rinascita e di speranza.
Quale soggetto migliore per un bambino appena nato?
E chissà che anche lui non speri di uscire, finalmente, da quelle crisi di depressione che gli hanno segnato l’esistenza. 🙂
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wow fan di van gogh anche tu? ho visto in biblio proprio oggi un libro che parla di lui con le parole di joanna la moglie di theo… da nn perdere…
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Affascinata direi… coi suoi cipressi e la sua vita ….
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i suoi quadri…. non sono tele… ma emozioni !!!! Buon weekend ❤
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anche a te giorgia
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Anche io sono una grande appassionata di Van Gogh tutta la sua arte è un’autentica sorgente di emozioni 💖 ps: complimenti per il tuo blog è davvero bello 🙂
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grz di cuore sei gentilissima:) siamo in molte van gogh lovers allora!
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Anni fa con un piccolo gruppo di amici abbiamo organizzato un viaggio in Provenza sulle orme di Vincent. E’ state una esperienza forte e una grande emozione
robert
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eh sì anch io sono stata ad arles e saint remy l estate scorsa sulle tracce del pittore…un sogno davvero..
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